Oggi vogliamo ripercorrere la vicenda del famoso atto vandalico subito dalla cantina Case Basse di Gianfranco Soldera ed il conseguente gesto nei confronti del Consorzio del Brunello di Montalcino
Forse non molti ricordano il fattaccio del 2012.
In quell’anno un ex dipendente, per vendetta, provocò danni per oltre 6-7 milioni di euro alla Cantina che lo aveva licenziato, sversando oltre 600 ettolitri di vino delle annate dal 2007 al 2012 nelle fogne.
Quindi nessun coinvolgimento della criminalità organizzata o, peggio, di altri produttori di Brunello “invidiosi” come ipotizzato prima dell’arresto del colpevole.
Ma in Italia una vicenda dai contorni così ambigui poteva dirsi conclusa con una sola verità ?
Certo che no, anche perché, fin a subito, si crearono tensioni tra il produttore, il consorzio e la politica (nella figura del Sindaco di Montalcino).
Infatti quest’ultimo e l’allora presidente del Consorzio del Brunello, non paghi della “verità storica”, annunciarono azioni “nelle sedi opportune” contro chi aveva diffuso “letture fantasiose e strumentali”, alle quali peraltro aveva dato il via lo stesso vignaiolo Gianfranco Soldera, parlando di un atto di stile mafioso.
Dichiararono infatti sindaco e presidente:
“Le evidenze presentate dalle forze dell’ordine confermano quanto già espresso dal Consorzio e dai rappresentanti istituzionali della comunità montalcinese e cioè che si sia trattato di un atto vile ed inqualificabile totalmente estraneo alla cultura ed ai valori del territorio montalcinese che a sua volta ne è stato vittima indiretta in quanto colpendo una delle sue eccellenze più conosciute di fatto ha danneggiato tutto il sistema dei produttori”.
Ed ancora il Presidente del Consorzio:
“Ciò mi porta anche a ribadire la nostra condanna di coloro che, a vario titolo, in modo cosciente e del tutto arbitrario, hanno voluto ricondurre quanto accaduto ad ipotesi criminali o vendette tra produttori, danneggiando consapevolmente l’immagine di Montalcino e, con essa, di uno dei più prestigiosi prodotti del Made in Italy nel mondo”.
Quindi tutto risolto ?
Neanche a parlarne.
Gianfranco Soldera infatti, in riferimento al sabotaggio che, per sua stessa ammissione, cambiò la sua vita, la sua azienda, ed i suoi rapporti con il Consorzio, all’indomani della sentenza di condanna del colpevole, annunciava le sue dimissioni dal Consorzio del Brunello.
Il suo fù un atto d’accusa destinato ad alimentare la guerra del vino di Montalcino che aveva già raggiunto il massimo grado 5 anni prima quando la Finanza scoprì che qualcuno, violando le regole, aggiungeva Merlot al Sangiovese per «ammorbidire» il vino o per renderlo più vicino al gusto degli americani.
Ancora Soldera accusava i produttori di sfornare Brunello «come se moltiplicassero pani e pesci» evitando «gli studi che garantiscono il consumatore».
Infine accusò il Consorzio di avergli «proposto una truffa, offrendo vino altrui da imbottigliare come mio» considerando quindi una truffa il gesto di disponibilità degli altri consorziati.
Insomma una vicenda degna del Palio di Siena, dove non è tanto importante vincere, ma che perda il proprio avversario.
Il tutto considerando poi che il protagonista non era un “fumino” ilcinese ma un ex Broker originario del Veneto !
Per la cronaca Soldera dichiarò che era comunque riuscito a salvare circa 7.000 bottiglie per ogni annata colpita.
A fronte della vicenda di cui sopra, i cui contorni tra il vero ed il romanzato, non sono mai stati ben definiti, Soldera, dall’annata 2013, ha etichettato il proprio vino di punta come IGT Toscana 100 % Sangiovese.
CONCLUSIONI
Lotto 214
Gianfranco Soldera morì nel 2019.
Oggi nelle aste di vini vengono battute sia le residue bottiglie di Brunello di Montalcino prodotte fino al 2012 sia le nuove annate di 100 % Sangiovese dal 2013.
Nell’asta in corso è disponibile una bottiglia, in perfette condizioni, del 2018.